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20 Ottobre 2021I moduli bifacciali si stanno ritagliando uno spazio sempre più significativo all’interno del mercato del fotovoltaico e delle strategie dei principali produttori.
Negli ultimi anni il divario dei prezzi tra questa tecnologia e i pannelli monofacciali si è ridotto notevolmente, e allo stesso tempo l’innovazione tecnologica ha portato a prodotti ad alta potenza, efficienza e realizzati con le migliori tecnologie, che stanno catturando sempre di più l’attenzione del mercato.
Cosa sono i moduli bifacciali?
Il modulo fotovoltaico bifacciale è un particolare tipo di pannello che riesce a generare energia da entrambi i lati della cella fotovoltaica, aumentando in tal modo la produzione di energia rispetto a un modulo fotovoltaico standard.
Il termine che indica la capacità della cella fotovoltaica di sfruttare la luce sia frontalmente che posteriormente viene definito, appunto, “bifaccialità”: un fenomeno reso possibile, in fisica, dal cosiddetto Fattore di Albedo della superficie su cui i moduli vengono installati.
L’albedo è l’unità di misura che indica la capacità riflettente di un oggetto o di una superficie. Solitamente viene espressa con un valore da 0 a 1, che può variare a seconda dei singoli casi. Ad esempio:
- neve e ghiaccio hanno un alto potere riflettente, quindi un Fattore di Albedo pari a 0,75;
- superfici chiare di edifici (in mattoni o vernici chiare) possono raggiungere anche lo 0,6;
- superfici scure di edifici (in mattoni o vernici scure) vedono un dato più ridotto (attorno allo 0,27).
Maggiore è l’albedo di una superficie, maggiore è la quantità di luce che è in grado di riflettere: di conseguenza, anche la produzione di energia dei pannelli fotovoltaici bifacciali sarà più o meno elevata.
I vantaggi di un modulo bifacciale
I moduli, catturando la luce riflessa sulla parte posteriore, garantiscono un incremento di produzione che può oscillare tra il 10 e il 25% in più rispetto a un modulo monofacciale a seconda dell’albedo.
L’incremento di produzione che un modulo bifacciale può garantire è un vantaggio fortemente apprezzato nei grandi impianti a terra, per i quali i tempi di rientro dell’investimento sono ancora oggi la voce più importante e, proprio per questo, quindi, è necessario installare componenti che possano garantire producibilità e performance elevate.
Proprio per questi motivi i moduli bifacciali si candidano a rivestire un ruolo di primo piano nei prossimi anni.
Secondo uno studio dell’IEA, nel 2020 i moduli bifacciali hanno coperto una quota di mercato del 12%, valore che potrebbe aumentare al 30% entro il 2030. Secondo le previsioni di Bloomberg, invece, entro il 2025 i bifacciali copriranno una quota di mercato del 40% della nuova potenza installata su base annua.
L’appeal di questi prodotti li rende versatili per diversi tipi di installazioni: grandi tetti piani con superfici riflettenti, pensiline fotovoltaiche per il ricovero e la ricarica dei veicoli elettrici, installazioni agrovoltaiche, impianti galleggianti o integrati nelle facciate degli edifici sono alcuni esempi.
Scenari attuali e futuri sul fotovoltaico
Oggi, nonostante lo shortage di materie prime, l’aumento dei prezzi dei componenti e i rallentamenti delle forniture dalla Cina, diverse buone notizie fanno ben sperare installatori e clienti.
Grazie all’aumento delle capacità produttive, il prezzo del vetro è tornato a livelli stabili dopo mesi di forti rincari. Tenendo conto che il vetro pesa per circa il 15% sui costi di produzione poiché presente in quantità maggiore rispetto ai moduli monofacciali, la stabilità dei prezzi raggiunta da questo materiale lascia ben sperare che i listini dei moduli bifacciali restino stabili.
Altra buona notizia è che il Piano nazionale ripresa e resilienza (Pnrr), che a fine giugno 2021 ha ricevuto il via libera dalla Commissione europea, prevede semplificazioni nelle procedure di autorizzazione per gli impianti da fonti rinnovabili di taglia utility scale, così come una maggiore incentivazione per lo sviluppo di progetti agrovoltaici, altri importanti candidati per la diffusione dei moduli bifacciali.
Moduli bifacciali e revamping
Parallelamente, arrivano buone novità sul revamping. Fino all’anno scorso c’era ancora molta incertezza sulla possibilità o meno di installare moduli bifacciali in sostituzione dei pannelli incentivati in Conto Energia. Ma lo scorso aprile sono arrivati alcuni chiarimenti da parte del GSE: per gli interventi di manutenzione e ammodernamento realizzati su impianti fotovoltaici incentivati in Conto Energia, è possibile usare moduli bifacciali.
Inoltre il GSE ha chiarito cosa succederà in caso di nuova norma CEI che stabilisca regole per la potenza di moduli fotovoltaici bifacciali agli impianti già ammessi o incentivati. Il gestore spiega che l’utilizzo dei moduli bifacciali è consentito, e una nuova normativa in materia di determinazione di potenza non costituirà motivo di esclusione degli impianti dagli incentivi.
Con questi chiarimenti da parte del GSE, e con le opportunità che stanno arrivando da ogni segmento di mercato, è chiaro come il numero di moduli bifacciali sul totale installato sia destinata a crescere, e a ritmi sostenuti.
I vantaggi di questi prodotti in termini di produzione e abbattimento dei costi nei grandi impianti a terra, il divario di prezzo con i pannelli tradizionali sempre più sottile e una maggiore predisposizione da parte di sviluppatori e installatori a utilizzare questa tecnologia, permetteranno ai moduli bifacciali di compiere quel balzo in avanti atteso da tempo.