Secondo una recente ricerca di BloombergNEF (BNEF) che aveva l’intento di presentare le nuove stime sul 2030 per il mercato dell’energy storage, gli impianti di accumulo energetico raggiungeranno un totale di 358 GW di potenza e 1.028 GWh di capacità, a livello mondiale, entro la fine del decennio.
Lo studio ha però evidenziato anche quelle che potrebbero essere le dinamiche che porterebbero alla situazione prevista per il 2030.
Vedremo insieme in questo articolo le prospettive di questa evoluzione, e come le innovazioni del settore possono essere un grande vantaggio per chi decida di investire oggi nel fotovoltaico e nelle energie rinnovabili.
Il settore degli impianti di accumulo è avanzato a rilento per anni, per poi accelerare all’improvviso sotto l’incessante spinta delle rinnovabili e dell’elettrificazione dei consumi.
Oggi nel mondo si contano 17 GW/34 GWh di stoccaggio energetico stazionario, escludendo l’idroelettrico a pompaggio. Oltre venti volte in meno rispetto la previsione al 2030. In altre parole per i prossimi anni è previsto un vero e proprio boom di installazioni.
I 345 GW / 999 GWh che il settore aggiungerà, supereranno l’intera capacità di generazione elettrica del Giappone. E richiederanno complessivamente un investimento globale di oltre 260 miliardi di dollari.
Questa crescita vertiginosa però potrebbe non essere omogenea. Secondo il Global Energy Storage Outlook 2021 di BloombergNEF, la nuova capacità si focalizzerà soprattutto in due regioni: Cina e Stati Uniti. Entro il 2030 i due Paesi rappresenteranno da soli più della meta del mercato mondiale dell’energy storage.
Di fatto la crescita continuerà ad essere guidata dai due colossi dello stoccaggio, i quali rivendicheranno più della metà delle installazioni mondiali entro la fine di questo decennio.
Ma buone performance di sviluppo sono attese anche in India, Australia, Germania, Regno Unito e Giappone. Politiche di sostegno, impegni climatici ambiziosi e la crescente necessità di risorse flessibili sono tre le leve comune di questo comparto.
A livello regionale, l’Asia-Pacifico (APAC) guiderà la realizzazione di stoccaggi sul fronte della potenza, ma le Americhe si aggiudicheranno il primato della capacità.
Al momento l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa risultano invece in ritardo rispetto alle controparti, a causa della mancanza di politiche e incentivi mirati all’accumulo. La crescita, soprattutto nel Vecchio Continente, potrebbe accelerare con il progredire delle energie rinnovabili, l’abbandono dei combustibili fossili e la maggior localizzazione della catena di approvvigionamento batterie.
La previsione di BNEF suggerisce anche che il 55% del settore sarà al servizio della rete per il trasferimento di energia (ad esempio, immagazzinando l’elettricità degli impianti fotovoltaici per rilasciarla al momento del bisogno).
Anche le batterie dei clienti, sia residenziali che commerciali e industriali, cresceranno a un ritmo costante. Germania e Giappone rappresentano attualmente i mercati principali in questo segmento, seguiti da Australia e California.
Anche la chimica delle batterie si sta evolvendo. Nel 2021, il litio-ferro fosfato (LFP) ha superato per la prima volta il nichel-manganese-cobalto (NMC) nello stoccaggio stazionario. E diventerà la principale scelta entro il 2030.
Questi studi e le innovazioni fanno quindi ben sperare per una crescita progressiva sull’efficienza degli impianti che sfruttano l’energia solare, e sulla possibilità di accumulare sempre più energia da riutilizzare.
I nuovi sviluppi e i progressi che stanno accompagnando il settore, di cui abbiamo già parlato su questo blog (qui e qui), e gli eco incentivi statali sono motivi più che validi per investire adesso nelle energie rinnovabili.
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