Uno dei fattori che rendono davvero conveniente passare all’energia solare è la durata dell’impianto fotovoltaico.
In media, un sistema fotovoltaico è garantito per “una vita utile” di circa 25 anni: questa durata è superiore a qualsiasi altro tipo di generatore di energia, impianto solare termico compreso, il quale arriva in media a 15 anni di vita.
Una lunga durata permette all’impianto di ammortizzare l’investimento, sia in termini economici, sia in termini di impronta di carbonio, contribuendo a un circolo virtuoso nella produzione di energia green.
Per rispondere a questa domanda bisogna porne prima un’altra: “quando è stato realizzato il primo impianto ad energia solare in Italia?”
La risposta è: oltre 30 anni fa, e oggi è ancora in funzione. Il primo impianto fotovoltaico in Italia è stato infatti installato sull’Isola di Vulcano nel lontano 1984.
Grazie a fattori come la manutenzione, durante tutto il suo ciclo di vita l’impianto ha perso solo lo 0,6 per cento di rendimento, meno del calo fisiologico normalmente stimato per i pannelli più comuni.
Oggi, dopo quasi quarant’anni di onorato servizio, il sistema genera ancora energia pulita e, se guardiamo alla sua produzione complessiva, si capisce come il dato è andato ben oltre le aspettative.
Quando si parla di durata di impianti fotovoltaici bisogna quindi precisare cosa si intende con il termine “durata”: i pannelli infatti possono produrre energia per tempi lunghissimi, ma la durata a cui ci riferiamo, cioè la vita utile, è il periodo in cui è conveniente lasciare in opera il sistema, ossia l’arco temporale in cui l’energia prodotta e il risparmio collegato coprono i costi di esercizio e manutenzione.
La durata dell’impianto fotovoltaico, dei pannelli e il loro corretto funzionamento nel tempo sono influenzati da diversi fattori:
Oltre ai pannelli bisogna tenere sotto controllo anche gli inverter fotovoltaici e delle batterie di accumulo.
Per quanto riguarda l’inverter, visto il suo ruolo chiave (converte l’energia raccolta trasformandola da corrente continua a corrente alternata) bisogna monitorarne il funzionamento: i migliori inverter potrebbero arrivare anche a 13 anni di vita, ma in genere dopo 10 anni cominciano ad avere un calo di rendimento, che mina la sostenibilità della resa dell’impianto.
Anche in questo caso la durata è influenzata da diversi fattori: le condizioni di usura, l’assenza di manutenzione e la possibilità di surriscaldamento.
Per le batterie di accumulo invece, l’elemento che più incide sul deterioramento è la sovraccarica: continuare a fornire corrente elettrica anche quando la batteria è completamente carica la danneggia, riducendone la durata.
Le batterie migliori, quelle a ciclo profondo agli ioni di litio, in fase di test hanno dimostrato una durata potenziale di 7000 cicli di carica, che corrispondono a circa 20 anni, contando un ciclo al giorno. In casi concreti di utilizzo si attesta una durata di circa 12 anni, in linea con garanzie tipiche di prodotto che coprono in generale dai 5 ai 10 anni di attività.
Anche in questo caso, i fattori rilevanti per la protezione della batteria sono la manutenzione, la temperatura e il modo in cui lavora (diversi giorni di pausa sono deleteri, ad esempio) e le condizioni meteorologiche e climatiche a cui è esposta.
Per far sì che il tuo impianto duri nel tempo, raggiungendo le tue aspettative, e per ottimizzare la produzione di energia soprattutto nel periodo di massimo irraggiamento, ti consigliamo una pulizia annuale e un monitoraggio del rendimento delle componenti per capire quando è il momento migliore per effettuarla.
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