L’e-mobility è al giorno d’oggi una delle più grandi sfide del nostro pianeta.
Tutti i settori dell’industria contemporanea in realtà vogliono essere“verdi”: l’opinione pubblica è sempre più consapevole dell’importanza del cambiamento climatico e dei rischi elevatissimi che questo comporta, per le generazioni presenti e a venire. Anche le aziende più grandi lo hanno compreso (programmando, ad esempio, la fine della produzione di veicoli diesel) ed hanno individuato soluzioni per contribuire a questa tendenza generale.
La mobilità è un valore fondamentale della società contemporanea, specialmente nelle aree urbane.
Negli ultimi 50 anni, i veicoli hanno permesso alle persone di scegliere dove lavorare o vivere, garantendo una maggiore accessibilità ai servizi primari come scuole, ospedali, aree commerciali e così via…
Tuttavia, è innegabile che l’industria automobilistica è stata ed è ancora oggi uno dei principali artefici dell’inquinamento mondiale e del Climate Change.
La mobilità, oggi, deve essere sostenibile, soprattutto in termini di implicazioni ambientali, economici e sociali.
I governi si stanno concentrando su questo concetto e le loro politiche mirano ad adottare programmi e misure per ridurre sensibilmente le emissioni di carbonio dei veicoli privati e commerciali al fine di raggiungere l’obiettivo di ridurre sensibilmente le emissioni di gas climalteranti nei prossimi anni.
Ma cos’è l’e-mobility e perché è così importante salvaguardare il Pianeta?
La mobilità elettrica, o e-mobility, si riferisce a tutti i veicoli che utilizzano l’energia elettrica come principale fonte di energia invece dei tradizionali combustibili fossili e oli.
I veicoli elettrici, i veicoli elettrici ibridi ed i veicoli che utilizzano combustibile a idrogeno fanno parte di questa classificazione.
Le automobili ibride ricaricabili utilizzano come accumulatore di energia sia un serbatoio di combustibile, sia una batteria elettrica ricaricabile tramite spina come qualunque altra auto elettrica.
Una autonomia in modalità elettrica di circa 50 km ripristinata quotidianamente dalla rete elettrica, permette di godere dei vantaggi economici e ambientali della trazione elettrica per buona parte del chilometraggio totale, ma non ha le limitazioni di autonomia tipica dei veicoli elettrici odierni. Anche se a medio termine si può prevedere un passaggio totale alla trazione elettrica, per alcuni anni le ibride ricaricabili saranno una buona soluzione ponte tra la tecnologia del combustibile e quella puramente elettrica (fonte: ABB).
L’emobility non è una novità: esiste da 15 anni. Fino a ieri la mancanza di una capillare rete di ricarica e una scarsa capacità della batteria ne hanno impedito la diffusione massiva. Come dimostrano le mappe messe a disposizione da Tesla e da Enel, anche in Italia oggi la situazione appare ben diversa.
Oggi l’obiettivo generale è quello di produrre veicoli ecologici ed efficienti che utilizzino soluzioni sempre più innovative per rendere i veicoli elettrici un’alternativa efficiente e concreta a quelli tradizionali.
Oggi, nel nostro Paese sono presenti circa 36.772 stazioni di ricarica per veicoli elettrici (stima di Motus-E) mentre ad agosto 2022, il parco circolante di auto elettriche in Italia è stato di 311.255 unità, delle quali 152.796 sono Full Electric e 158.459 Ibride Plug-in (fonte: Motus-E).
Le aziende automobilistiche hanno iniziato a sviluppare auto elettriche a metà del 19° secolo: le consideravano le auto del futuro. Il “discorso” fu accantonato per essere poi ripreso in anni recenti a causa dell’incertezza del mercato delle fonti fossili (petrolio, in particolare) e per via della crisi ambientale e climatica che sta colpendo duramente vaste aree del Pianeta.
La mobilità elettrica è uno dei principali strumenti che abbiamo a disposizione per salvaguardare l’ambiente poiché i veicoli tradizionali sono uno dei principali responsabili delle emissioni di Co2 e dell’inquinamento atmosferico.
I Governi ora concordano sul fatto che le emissioni di CO2 sono una delle principali cause del Cambiamento Climatico e stanno adottando misure per minimizzare questo impatto. I sussidi ai veicoli ecologici fanno parte di questo programma.
Inoltre, gli Stati Uniti e l’Unione europea concordano: investire nell’e-mobility può essere fattore di crescita del settore automobilistico:
Il peggioramento delle condizioni climatiche ed ambientali stanno costringendo l’Unione Europea e gli Stati membri a introdurre nuove politiche per ridurre le emissioni di gas a effetto serra; in particolare, queste mirano ad una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
L’obiettivo attribuito all’Italia per i settori non ETS (il civile, l’industria non energivora, i trasporti -esclusa aviazione- e l’agricoltura) è declinato nella proposta di Effort Sharing Regulation (ESR) che assegna all’Italia un obiettivo di riduzione delle emissioni del 33% da raggiungere entro il 2030, rispetto ai livelli del 2005.
Per raggiungere gli obiettivi 2030 l’Italia dovrà ridurre, rispetto al 2016, le emissioni di gas serra in questi settori di una quantità pari a circa 50 Mt di CO2 equivalente che equivale a ridurre di circa la metà le emissioni dal trasporto stradale.
Al fine di ridurre la sua dipendenza dal petrolio e di raggiungere gli obiettivi fissati dal pacchetto “Unione dell’Energia” (Energy Winter Package),
L’attuazione del Pacchetto prevede l’adozione di atti legislativi e non legislativi, riguardanti alcuni dei settori più importanti della politica ambientale ed energetica dell’UE: tra questi figura ovviamente quello dei trasporti in cui l’Unione punta allo sviluppo della mobilità elettrica.
In quest’ambito la Direttiva (UE) 844 del 30 maggio 2018 ha introdotto l’obbligo di installare le strutture necessarie per i punti di ricarica dei veicoli elettrici negli edifici residenziali e non residenziali.
Non solo: nel 2022 il Parlamento Europeo ha approvato la proposta della Commissione che prevede che a partire dal 2035, tutte le nuove auto in arrivo sul mercato devono essere a emissioni zero e non possono emettere CO2. In questo modo si potrà garantire che entro il 2050 il settore dei trasporti possa diventare a emissioni zero.
Fattori determinanti per la diffusione della mobilità elettrica sono senz’altro i tempi di ricarica e la capacità della batteria.
Sia sulla riduzione dei tempi di ricarica sia sul grado di autonomia dei veicoli elettrici si stanno concentrando gli forzi delle case automobilistiche.
La tecnologia ha fatto passi da gigante e le prestazioni sono in continuo aumento.
Secondo Enel X, ad Aprile 2021 il veicolo elettrico con maggiore autonomia è la Tesla Model S Plaid+ con 840km, seguita da Marcedes EQS con 770km e Ford Mustang Mac-E Extended Range con 610km.
Per quanto concerne i tempi richiesto per ricaricare le “batterie”, va da sé che il tempo per la ricarica di un singolo veicolo è strettamente legato alla potenza elettrica della stazione di ricarica ed alla massima potenza di ricarica per cui è predisposto il veicolo.
Indicativamente, una potenza pari a 3 kW permette di caricare l’equivalente di 100 km di percorrenza in 5-6 ore, mentre una potenza di 50 kW permette di effettuare la medesima ricarica in circa 20 minuti.
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