La ricarica dell’auto elettrica può avvenire tramite l’utilizzo di stazioni che sfruttano corrente elettrica in AC o in DC (ad alta potenza). Le differenze sono soprattutto in termini di velocità di ricarica, ed altri valori.
Come possiamo orientarci nella scelta per ricaricare la nostra e-car? Dipende tutto proprio da quest’ultima: vediamo perché.
Il momento della ricarica è fondamentale per chi ha deciso di passare al veicolo elettrico, ed è dunque necessario conoscere bene le differenze tra le varie potenze disponibili e valutare quali possono essere le soluzioni più adatte alle caratteristiche della propria auto per l’installazione di una colonnina di ricarica a casa, ad esempio.
Innanzitutto possiamo distinguere due grandi insiemi di stazioni di ricarica per veicoli elettrici: le stazioni che permettono una ricarica in corrente alternata (AC) e quelle che invece forniscono una ricarica in corrente continua (DC).
Le batterie delle auto elettriche, come tutte le batterie in uso, comprese quelle di smartphone e pc, si ricaricano esclusivamente in corrente continua e dunque hanno bisogno di un trasformatore che converta la corrente dalla AC della nostra rete elettrica nella DC utile in ingresso della batteria. Nel caso delle e-car la conversione da AC a DC può avvenire a bordo dell’auto, tramite il cosiddetto On Board Charger (OBC), ossia una sorta di “raddrizzatore” integrato all’interno dei veicoli, e utilizzato durante la ricarica presso colonnine in corrente alternata. In alternativa la conversione può avvenire, per le stazioni fast e super fast in DC, a livello della stazione stessa.
Quando si parla di ricarica “ad alta potenza” si fa riferimento alla ricarica in corrente continua, per cui il raddrizzatore da AC a DC sarà posto a monte sulla stazione, evitando il coinvolgimento del caricatore di bordo. La corrente sarà quindi trasformata da AC in DC dall’alimentatore del Charger, che potrà essere interno alla stazione di ricarica per auto elettrica o inserito in un armadio esterno che fornisce uno o più POD, come avviene per alcuni Supercharger Tesla.
La corrente continua erogata direttamente dalla stazione ad alta potenza non passa perciò dal caricatore di bordo, ma arriva direttamente alla batteria. La potenza massima erogabile teoricamente dalla stazione può variare in base alla reale disponibilità momentanea della rete, influenzando di conseguenza i tempi di ricarica dell’auto elettrica.
Quando invece si parla di “ricarica lenta” si fa riferimento alla ricarica domestica tramite wallbox o a quella pubblica in AC. In questi casi il connettore standard richiesto è il Type2, che in monofase può arrivare a 32A e 230V mentre in trifase riesce a raggiungere i 32A e 400V.
La potenza fornita dalla stazione di ricarica dipende da un lato dall’allacciamento, per cui a livello domestico ad esempio la potenza garantita può arrivare fino a 3 – 4,5 o 6 kW in base al contratto stipulato con il proprio gestore energetico, salvo poi essere ridotto in base alla potenza contemporaneamente impiegata da altri dispositivi domestici connessi alla rete.
Quando si parla di potenza in kW disponibili, si intende la quantità di kW di energia teoricamente disponibile ad essere assorbita da un dispositivo nell’arco di un’ora di tempo. Tramite la wall box, l’auto connessa riceve dunque in mono o trifase la potenza disponibile in corrente alternata e la trasforma in corrente continua utile ad alimentare la batteria grazie al caricatore di bordo.
Per scegliere che tipologia di stazione di ricarica per auto elettrica installare a casa, o presso quale colonnina rifornirsi, bisogna prendere in considerazione la tipologia di batteria in dotazione alla nostra vettura.
Se prendiamo ad esempio le tre auto elettriche più vendute in Italia nel 2021, ovvero la Fiat 500e, la Smart EQ Fortwo e la Tesla Model 3, scopriamo alcune differenze importanti che possono incidere sulla scelta di un’applicazione invece che un’altra.
Ad esempio, la Fiat 500e può ricaricare sia in AC che in DC, con una potenza di assorbimento rispettivamente fino a 22 kW in AC e 85 kW in DC con una batteria da 37,3 kWh. Ciò significa che, connessa alla wallbox di casa con una potenza disponibile di 2,3 kW e considerando che l’autonomia del veicolo si attesta sui 240 km reali, la 500e sarà in grado di caricare in media circa 11 km ogni ora, mentre in ricarica presso una colonnina AC da 22 kW l’auto potrà guadagnare circa 55 km ogni ora.
La Smart EQ Fortwo del 2020 può ricaricare esclusivamente in AC e può disporre di un OBC opzionale da 22 kW. Ciò significa che, combinato con una batteria da 17,6 kWh, la ricarica ad una colonnina pubblica con potenza erogabile fino a 22 kW permette all’auto di guadagnare circa 127 km ogni ora.
La Tesla Model 3 ha invece una batteria da 75 kWh con un caricatore di bordo in AC che raggiunge gli 11 kW, dunque anche in carica ad una colonnina pubblica AC capace di erogare fino a 22 kW, potrà assorbire fino ad un massimo di 11 kW ogni ora; in DC, invece, riesce ad assorbire una potenza fino a 250 kW.
Per valutare bene quale opzione selezionare per l’installazione di una stazione di ricarica per auto elettriche, è bene informarsi con il concessionario auto, ma soprattutto affidarsi a professionisti del settore come Servicetec, operante nel mercato della green economy e capaci di offrirti la soluzione ideale alle tue necessità.
Contatta Servicetec