Il settore delle energie rinnovabili è presente nelle agende quotidiane quasi sempre associato alla parola “finanziamenti”. Viene valorizzato in quanto strettamente connesso con la riduzione dell’inquinamento e, dall’altro lato, viene poco sfruttato per la ancora scarsa conoscenza in materia.
Per tentare di includere la presenza di energie rinnovabili all’interno di un’abitazione o di una realtà aziendale e per stare al passo con i tempi e con le azioni che compiono le più grandi nazioni europee, si ricorre ai finanziamenti.
Se si guarda a nazioni come Svezia e Norvegia prendendole come riferimento, di certo la nostra Italia ha ancora molto lavoro da fare; ma se iniziamo a guardare al futuro con speranza, vediamo che in realtà qualcosa si sta muovendo.
Nel dicembre del 2019 la Commissione europea ha presentato il Green Deal, un piano che ha come obiettivo una crescita dell’efficienza energetica ed una maggiore presenza sul territorio di fonti rinnovabili. Questo con il fine ultimo di raggiungere la cosiddetta neutralità carbonica nel non più così lontano 2050.
Le attività che si stanno predisponendo sono tutte funzionali a:
Per riuscire ad implementare il piano strategico, bisogna partire sempre dai finanziamenti; solo investendo denaro è possibile creare un indotto che possa migliorare l’approvvigionamento energetico per tutti.
Per la filiera energetica italiana, Confindustria parla di un investimento che raggiungerà i 110 miliardi di euro e tale azione si fa strada all’interno di realtà come Eni, Enel, Terna, Edison e Snam.
Per le grandi aziende che si occupano di energia tale azione è un vero e proprio momento di svolta, un’opportunità da saper cogliere per restare attori attivi del mercato.
Vediamo nel dettaglio come saranno distribuiti i fondi e i finanziamenti secondo Confindustria Energia:
A queste somme andranno aggiunti altri finanziamenti e contributi che daranno al PIL nazionale un incremento nel prossimo decennio.
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