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Energia rinnovabile

Nello scorso articolo abbiamo parlato delle comunità energetiche delineandone le caratteristiche principali.
Il 15 settembre scorso è stato dato seguito dal Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, alla legge contenuta del Decreto Milleproroghe del 2019. Si tratta del passaggio che lo trasforma in decreto attuativo con la definizione della tariffa che sarà alla base degli incentivi, quindi dello sviluppo e della diffusione dell’autoconsumo collettivo.
Si tratta più precisamente delle comunità energetiche che potranno sfruttare appunto l’energia auto prodotta con impianti proprio a energia rinnovabile.
Nel decreto non c’è un riferimento preciso agli impianti fotovoltaici, ma è sottinteso che siano la fonte rinnovabile più indicata per realizzare le comunità energetiche. Gli impianti fotovoltaici infatti possono essere posizionati sui tetti dei condomini, su quelli delle imprese o sfruttare i terreni adiacenti di proprietà, in modo che i pannelli possano avere la migliore esposizione alla luce solare.
Con questo decreto attuativo il governo punta a realizzare la transizione dallo sfruttamento di energia elettrica sviluppata da fonti inquinanti a favore delle fonti inesauribili della stessa energia pulita.
I benefici sono principalmente di tipo ambientale, perché diminuisce drasticamente la produzione di agenti nocivi all’ecosistema del pianeta e in aggiunta ci sono quelli economici, fino a quelli sociali per i cittadini.

Le tariffe per l’energia auto prodotta del Decreto attuativo

Il decreto attuativo ha quindi sancito le tariffe in base alle quali si possono programmare anche i costi e l’ammortamento sul medio e lungo periodo per l’installazione di impianti fotovoltaici condivisi.
La tariffa, quindi, dell’energia auto prodotta e anche auto consumata è di:

– 100 euro/MWh per le comunità energetiche che hanno un consumo collettivo
– 110 euro/MWh per le cosiddette comunità energetiche rinnovabili (CER).

La tariffa si applica anche nel caso in cui gli impianti fotovoltaici siano provvisti di accumulatori di energia (inverter e batterie). La stessa energia messa da parte può essere utilizzata dai soggetti delle comunità energetiche quando l’impianto non funziona di notte.
Gli incentivi saranno gestiti ed erogati dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici), una società controllata del Ministero dello Sviluppo Economico.
La durata degli stessi incentivi è di 20 anni e si possono cumulare anche con il Super bonus del 110% per tutti quei lavori di efficientamento energetico degli edifici.

Gli incentivi e il superbonus per l’efficientamento energetico

Il momento socio-politico ed economico è particolarmente favorevole a intraprendere la strada delle comunità energetiche per l’auto produzione. Già abbiamo analizzato gli incentivi per il fotovoltaico nel nostro scorso approfondimento ma è sempre bene ribadire a quali benefit si può accedere.
Con gli incentivi per gli impianti fotovoltaici è possibile avere delle detrazioni fiscali sui costi dei lavori e del materiale fino al 110%.
Tale quota, come riportato sul Decreto, si può applicare soltanto a quegli impianti fotovoltaici fino a 20 kW, considerando un limite di spesa di 2400 euro per kW e un costo complessivo che non superi i 48 mila euro.
La detrazione del 50% può essere invece applicata alla restante parte eventualmente eccedente, ma che non deve essere superiore a 200kW, per cui il tetto massimo di spesa in totale deve mantenersi sotto i 96 mila euro (importo riferito a un intero impianto fotovoltaico).
I condomini per accedere alle detrazioni del 110% devono tuttavia associare altri lavori allo stabile, detti trainanti, mirati ugualmente all’efficientamento energetico.
Tra questi, a titolo esemplificativo, il cappotto termico, il cambio di sistema di riscaldamento, fino agli interventi antisismici.
Con il Decreto attuativo sono state introdotte altre misure vantaggiose, che precisano alcuni aspetti importanti per chi vuole beneficiare della detrazione del 110%.
Per accedere alla detrazione e quindi alle suddette tariffe, bisogna non aderire all’ecosuperbonus. In caso contrario le tariffe energetiche agevolate verrebbero riconosciute solo alla parte dell’impianto fotovoltaico che non risulta soggetta a questo precedente incentivo. L’energia prodotta in eccesso, infatti, si dovrebbe cedere al Gse.
Per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici che vengono ammessi all’incentivo per l’autoconsumo, quindi inclusi nelle comunità energetiche, bisogna ricordare che non possono accedere, ovviamente, allo scambio sul posto, cioè alla cessione dell’energia prodotta in eccesso alla rete nazionale.

Obiettivi e benefici delle comunità energetiche

Le comunità energetiche hanno un potenziale di cambiamento epocale.
Possono infatti trasformare definitivamente il nostro sistema energetico inquinante e dipendente dalla rete nazionale, in ecologico e decentrato. Inoltre, il vantaggio di rendersi pressoché indipendenti, con l’auto produzione di energia elettrica, garantisce l’efficienza e il risparmio.
A questi vantaggi se ne aggiunge un altro, che riguarda la forma giuridica delle comunità energetiche, considerate un soggetto commerciale.
Non saranno considerate come tali, ma si potranno avvalere della semplificazione burocratica riguardo alle pratiche correlate alle stesse comunità energetiche.
Il governo punta a sviluppare sempre più questa pratica virtuosa della condivisione e del risparmio energetico, oltre a diffondere i valori dell’eco sostenibilità.

Servicetec è al vostro fianco in caso di necessità di chiarimenti, contattateci per ogni evenienza!

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