In questi mesi il caro energia è al centro di dibattiti accesi ed è diventato un tema ormai ampiamente diffuso nell’opinione pubblica. I prezzi delle materie prime per la produzione energetica sono schizzati alle stelle, innescando anche processi speculativi, facendo innalzare i costi del servizio di fornitura attraverso bollette salatissime per i consumatori.
Passare alle energie rinnovabili come il solare è una delle soluzioni più efficaci e concrete per limitare i costi, e le istituzioni hanno incentivato da diverso tempo questa transizione green, attraverso manovre che hanno permesso di realizzare un numero notevole di impianti fotovoltaici in tutta Italia.
Ma accanto al potenziale dei nuovi impianti fotovoltaici, c’è un’altra opportunità di business che sta interessando i principali player del solare: il revamping e il repowering delle installazioni esistenti. Vediamo insieme come queste pratiche possono aiutare gli utenti a fronteggiare il caro energia.
Ad oggi non sono disponibili dati precisi sul valore del revamping in Italia, ma sono numerose le richieste di intervento che stanno giungendo dai proprietari di impianti fotovoltaici, soprattutto quelli su tetto che hanno già superato i 10 anni di vita.
Stando all’ultimo Rapporto Attività del GSE disponibile, fino a due anni fa in Italia sono stati realizzati in media, su base annua, circa 15mila interventi di revamping, mentre a fine 2021 in Italia si contavano 12,7 GW di impianti fotovoltaici sui tetti, il 60% della potenza cumulata installata. Di questi, oltre 10 GW sono in Conto Energia.
Complessivamente, considerando il potenziale delle installazioni su tetto, in Italia 6 GW potrebbero necessitare di interventi di ammodernamento.
Revamping e repowering sono le giuste contromisure per limitare l’impatto del caro energia.
Sono diversi infatti gli interventi che stanno ridando linfa vitale a impianti che registravano cali in termini di performance e produttività a causa dell’invecchiamento di alcuni componenti, come ad esempio moduli ed inverter.
Proprio considerando gli inverter, una scelta sensata è quella della sostituzione dei vecchi dispositivi con convertitori più innovativi ed efficienti. Lo stesso dicasi per i moduli: in questo caso è possibile installare più potenza in meno spazio.
Nel 2022 la domanda più importante di interventi di revamping potrebbe arrivare dal segmento commerciale e industriale; alle imprese viene spesso proposta la sostituzione dei componenti principali d’impianto, con i seguenti vantaggi:
● l’aumento della produzione dell’impianto può garantire importanti benefici in termini economici legati agli incentivi erogati al cliente ed alla vendita dell’energia;
● l’aumento della produzione garantisce un aumento del risparmio in bolletta, aspetto che sta spingendo numerosi Produttori a rivedere le prestazioni del proprio impianto e a consultare un esperto nel caso in cui i cali di produzione siano impattanti.
E questo si verifica non solo sugli impianti in Conto Energia, ma anche su installazioni realizzate negli ultimi anni che non beneficiano di alcun sistema incentivante.
L’aumento di potenza di un impianto fotovoltaico incentivato in Conto Energia non può superare l’1% per le installazioni con potenza superiore ai 20 kWp.
A causa di questo limite posto dal GSE il revamping in ambito commerciale e industriale viene proposto in abbinamento ad interventi di repowering, e quindi di potenziamento non incentivato. Mantenendo la potenza originaria dell’impianto, così come indicato dalla normativa, e utilizzando pannelli con potenze raddoppiate rispetto a quelle che utilizzavano i moduli negli anni del Conto Energia, è possibile installare molti meno moduli, liberando porzioni di spazio su tetto da utilizzare per la realizzazione di una nuova sezione di impianto.
Il repowering viene visto soprattutto come un’occasione per aumentare l’autoconsumo in un momento in cui i rincari delle bollette energetiche stanno avendo un impatto significativo sull’attività di tantissimi imprenditori.
Il macro trend per il mercato del revamping per i prossimi anni è quindi quello di una maggiore diffusione di interventi abbinati al repowering, con l’obiettivo di migliorare le prestazioni dei propri impianti e, eventualmente, ampliare ulteriormente l’installazione originaria.
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